Ispirazioni

Su questo siamo tutti d’accordo: i nostri figli non smettono mai di sorprenderci. Nel bene e nel male, ovviamente. Quando meno me lo aspetto, quando quel vago senso di sconforto fa capolino, quando mi sembra che in fondo i Fantastici Quattro (i miei figli!) siano assolutamente impermeabili ai miei imput… un commento buttato lì, nei corridoi della scuola, dimostra che sì, la passione per l’arte (ma anche per qualsiasi altra cosa) si può trasmettere!

Numero Quattro mi racconta che un gruppo di ragazzi indiani (“di quale città dell’India sono? chiedo. “India, mamma, India”. Vabbè, per la geografia c’è tempo…) hanno passato alcune ore nella sua classe (secondo anno di scuola dell’infanzia) e che gli hanno raccontato un sacco di cose interessantissime e fatto vedere delle foto fantastiche. Quando se ne sono andati, le maestre hanno chiesto a ogni bambino di disegnare ciò che più lo aveva colpito. A questo punto, orgogliosissimo, Numero Quattro mi mostra il disegno del suo Taj Mahal.

Premesso che nutro qualche perplessità sul rapporto fra mio figlio e la matita, non ho potuto fare a meno di dirgli “WOW, è bellissimo. L’hai rifatto con il TUO STILE! (leggi: il tuo solito pasticcio!). Con espressione serie e fare compito mi ha risposto: “In verità no, mamma. Mi sono fatto influenzare da Gaudì!”.

Ovvio, ci sono rimasta di sasso. E poi sono stata presa da uno di quei sensi di orgoglio/fierezza/
cuoredimamma.

Una cosa è certa, Numero Quattro non vincerà il primo premio per la copia dal vero, ma come storico dell’arte in erba non scherza niente…

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