Ultimi giorni dell’anno al MOMA

MOMA- Museum of Modern Art di New York, ultimi giorni dell’anno.

Avete presente una folla oceanica, di quelle che di solito in Italia si vedono solo in occasione dei grandi eventi sportivi o degli incontri con il Papa? Ecco, era proprio così. Per fortuna avevamo avuto la brillantissima idea di comprare i biglietti in anticipo, altrimenti una bella fila di un paio di ore non ce l’avrebbe tolta nessuno. Costo del biglietto? 25 dollari (25!) per i maggiori di 16 anni. Insomma, una bella cifra. Eppure tutte le persone che si aggiravano per le sale, che aspettavano pazientemente di entrare negli spazi dedicati alla mostra temporanea di Matisse o che attendevano di conquistare un posto a sedere al ristorante non sembravano assolutamente disturbate né indisposte.

Il gusto di soffermarsi davanti ad alcune delle opere più famose dell’arte moderna, l’importanza di fotografarle seconda la logica per cui “esiste solo ciò che entra nella memoria del mio telefono e che, di conseguenza, può essere postato”, sembravano animare tutti i presenti. Certo, si può pensare, gli Americani in particolare e gli “stranieri” in generale hanno una passione e un gusto per l’arte che noi Italiani non abbiamo. NO! Se ieri avessero fatto una statistica delle nazionalità dei visitatori del museo, gli Italiani sarebbero stati di sicuro i vincitori. Ben venga mettere la visita dei musei fra le attività da svolgere durante un viaggio, ma perché non lo fare MAI quando si è in patria? Perché lamentarsi sempre dei costi dei biglietti di mostre e musei e poi, appena si esce dall’Italia, essere felici di “investire in cultura” per il bene proprio e della propria prole? Non voglio di certo criticare questi comportamenti né disincentivarli, ma quanto mi piacerebbe che anche a casa nostra le sale museali pullulassero di persone e famiglie. Giusto per conoscere, per apprezzare e per non convincersi che le cose belle esistono solo fuori da casa nostra. E’ vero che “l’erba del vicino è sempre più verde”, ma…

P.S. Nella sala dei Futuristi, la mia Numero Uno dice alla sua amica “WOW, questi sono i miei preferiti!”. “Ti ricordi che li abbiamo visti anche a Milano, al Museo del Novecento?”, le dico. “ Ah, sì? E’ vero … però non erano così belli!”. “Come NON ERANO COSI’ BELLI?”. Quasi la aggredisco. “Cioè, no, non volevo dire che non erano belli… E’ che qui è…. DIVERSO, qui siamo a New York…”, cerca di giustificarsi.

GIURO che appena torniamo a Milano le faccio passare un pomeriggio intero nel nostro splendido museo e poi vediamo!

FacebookTwitterNewsletterMore...