A ciascuno il suo

“Non ti preoccupare, non c’è niente che riguarda l’ arte che uno non possa capire”
Andy Warhol

Sabato. Neanche dirlo, piove.
Cavalco l’onda dell’esperienza positiva della scorsa settimana e porto i Quattro alla mostra di Andy Warhol (“Chi? Il tuo amico Andy?” chiede Numero 4) a Palazzo Reale.

Fila interminabile che attraversa tutto il cortile. Per fortuna i ragazzi del servizio d’ordine sono molto “family friendly” e ci lasciano passare davanti a tutti. Ovviamente (vedi post della settimana scorsa) prendiamo le audio guide e ci intrufoliamo tra la folla.
Il percorso della mostra, eccetto forse la sala delle Polaroid, è sicuramente a misura di bambino nel senso che, in ogni stanza il piccolo visitatore riesce a trovare almeno un’opera in grado di attirare la sua attenzione.

Certo, l’obiettivo della Pop Art era proprio questo: rendere l’arte accessibile a tutti perché qualsiasi oggetto o esperienza della nostra quotidianità può diventare un’opera d’arte. Se Numero 1 e Numero 2, con spiccato gusto femminile, sono state più attratte da Marylin o dalle scarpe col tacco, i due “maschiacci”(Numero 3 e Numero 4) sono letteralmente rimasti affascinati dalla serigrafia dell’incidente d’auto, dalle foto segnaletiche e da Dick Tracy.

Tornati a casa, non ci siamo fatti mancare l’attività del dopo mostra. Cartoncini colorati come basi, riviste di vario genere, pennarelli e acquarelli e accesso straordinario alla stampante. Ognuno ha ritagliato una foto, ne ha fatte quattro copie, le ha ritagliate e incollate sul cartoncino colorato e le ha ritoccate con i vari colori. D’accordo, la serigrafia è tutta un’altra cosa ma il risultato non è stato niente male. Che immagine ha scelto Numero 4? Che domanda: una pistola!

A ciascuno il suo!

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