Vincent, uno di noi

Non so se l’ho già scritto da qualche parte ma, oltre alla passione per l’arte, ne nutro un’altra altrettanto forte e “virale”: quella per i libri. Ne possiedo una quantità spropositata e vengo colta da raptus da acquisto compulsivo ogni volta che entro in una libreria. Una malattia, certo, ma dalla quale spero di non guarire mai e con la quale contagio quotidianamente i Fantastici Quattro.
E’ facilmente immaginabile che quando si realizza il connubio arte + libri il mio impeto all’acquisto non ha più limiti. Insomma, i bookshop di mostre e musei sono per me una vera e propria succursale del paradiso terrestre (almeno in questo, Numero Due ed io andiamo assolutamente d’accordo!)

Fatta questa premessa, torno alla famosa mostra di Van Gogh. Sì, perché se i Fantastici Quattro non mi hanno dato grandi soddisfazioni in loco, molto più entusiasmo lo hanno dimostrato aprendo il sacchettone con tutti i libri che abbiamo riportato a casa.

In testa alla classifica di Numero Tre e Numero Quattro ci sta il quaderno/libro di coloriage nel quale, per ognuno dei quattro quadri presentati, vengono proposte altre attività facili da realizzare e suggeriti aneddoti e curiosità sul buon Vincent (non siamo solo noi di Artkids ad amare queste cose!)

Numero Uno e Numero Due, invece, hanno  letteralmente adorato Mon ami Vincent di Sandrine Andrews (purtroppo non credo che ne esista la traduzione in italiano): è la storia  dell’amicizia, nata all’ospedale di Arles, fra il pittore e William,  un bambino orfano. Van Gogh diventa per il bambino un padre, un maestro, un amico con il quale confidarsi e condivide con lui i momenti più  importanti della sua vita, la sua amicizia con Gauguin, il suo rapporto con il fratello Theo e gli parla della sua arte e della sua passione.

A tutti è piaciuta anche la storia (un po’ meno le illustrazioni…) Vincent Van Gogh e i colori del vento di Chiara Lossani e Octavia Monaco: bello il rapporto fra l’ artista e il vento, fonte d’ispirazione e consigliere del maestro della natura viva.

Anche per me ho portato a casa due vere  “chicche”: le lettere fra Vincent e Theo e la biografia di David Haziot.

Come dire, in questi giorni il buon Vincent è proprio “dei nostri”.

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