Keri Smith e l’arte di coinvolgere i bambini

Tutta la storia dell’umanità ce lo dice: i figli crescono per opposizione ai loro genitori. Anche se questa cosa non mi piace neanche un po’ (ovvio, sono un genitore!), ci sono alcune occasioni in cui, nella mia vita di ogni giorno, la vedo confermata.

Vi faccio un esempio: nella lista delle mie passioni al primo posto, a pari merito, ci stanno i libri e l’arte. La mia Numero Due al solo sentire pronunciare il verbo leggere o i sostantivi mostra o museo ha delle reazioni che vanno dallo sbuffo annoiato, all’orticaria fino ad arrivare al conato di vomito. Hai voglia a regalarle libri che, in qualche modo, possano attirare il suo interesse, a cedere mio malgrado all’acquisto di un e-reader nella speranza che… o a proporle mostre interattive (aaarrgghhh!!!) o artisti che possano toccare la sua sensibilità. La risposta è sempre negativa. Come dire, non gliene può importare di meno.

A Numero Due, però, piace da morire ritagliare, incollare, scrivere, colorare, scotchare… Il compromesso che mi ha permesso di vederla con in libro in mano senza che questo fosse accompagnato da una smorfia di disgusto, mi è stato fornito dai libri di Keri Smith. In Italia sono pubblicati (fino ad ora solo quattro titoli ma spero che in futuro aumentino) da quei geni di Corraini che non la smettono mai di farci dei gran bei regali. Keri Smith è un’artista concettuale canadese che ha fatto proprio il concetto di Umberto Eco degli “Open works”, vale a dire delle opere che devono essere completate o terminate dal lettore.

Nei suoi libri Keri ci accompagna attraverso una scoperta del mondo, dell’arte, della quotidianità e ci fa diventare, di volta in volta, i protagonisti e gli autori degli stessi libri. Vale tutto: scrivere, colorare, aggiungere, togliere, strappare, incidere. E’ come se tutti i tabù e tutta la distanza che  spesso coloro che non amano leggere percepiscono, venissero annullati.

Non è difficile capire perché Numero Due se ne sia letteralmente innamorata. Certo, siamo ancora lontani da quella che si può definire passione per la lettura, ma vedere la sua testa ricciuta immersa in un gran da fare o vederla passeggiare per casa con un libro sulla faccia è già una bella soddisfazione.

PS. Corraini ha già pubblicato Finisci questo libro, Questo non è un libro, Come diventare un esploratore del mondo, Piccolo manuale dei grandi sbagli.

Il preferito di Numero Due è, però, Wreck this journal, una bella occasione per fare anche un po’ di esercizio d’inglese.

FacebookTwitterNewsletterMore...