Un artista per amico

Cominciamo questo nuovo anno cercando di mettere in pratica quanto ci siamo raccontati nei mesi scorsi.

Ogni settimana vi abbiamo proposto le storie e le opere di tanti artisti e ci siamo ripetuti che conoscerle è importante per ognuno di noi perché hanno uno stretto legame con la nostra vita, perché ci insegnano a guardarci meglio dentro e ci aiutano a tirare fuori l’artista che è in ognuno di noi.

Degli artisti di cui abbiamo parlato, diciamocelo, siamo diventati un po’ amici. E quando si è amici si ha voglia di passare del tempo insieme, di conoscersi sempre meglio, di scambiarsi delle confidenze. Uno dei modi per far sì che questo avvenga con gli artisti (lo sappiamo, sarebbe molto più bello conoscerli di persona!) è andare a vedere le mostre a loro dedicate. Prendiamo l’esposizione come un luogo, un momento privilegiato nel quale e durante il quale incontrare quell’artista, lasciamoci trasportare dalla possibilità di guardare e di toccare (con gli occhi, non con le mani!) il suo lavoro. Facciamoci coinvolgere dalla sua storia, dai suoi colori, dalle sue atmosfere, dalle sue passioni.

Proponiamo così, come un incontro con un amico, le ore passate nelle sale di una mostra o di un museo ai nostri bambini. Facciamo sentire loro che stiamo andando a conoscere qualcuno, a fare amicizia con lui, a farci raccontare delle belle storie. Anche noi genitori dovremmo vivere così l’arte: non facciamoci prendere dall’ansia della perfezione, dalla smania di offrire un percorso educativo completo, dalla voglia di creare ai nostri figli un curriculum di livello. Lasciamoci invece andare alla contemplazione del bello, alla passione per l’immagine e il colore, alla sospensione del giudizio e delle teorie. Se noi adulti per primi riusciremo a vivere così il rapporto con l’arte, anche i nostri figli (forse!) impareranno ad apprezzarla, a farla diventare un tassello della loro esperienza e insieme trasformeremo pittori, scultori e fotografi in veri e propri amici di famiglia.

PS qualche giorno prima di Natale, Numero Tre e Numero Quattro, mi hanno detto con fare molto serio: “Mamma, abbiamo capito che abita in Messico, ma questa tua amica Frida di cui abbiamo così tante foto e libri in casa, almeno per Natale la potresti invitare a mangiare una fetta di panettone!”.

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